GLOSSARIO, TERMINOLOGIA MARINARESCA

 

Il linguaggio è una gran cosa, senza linguaggio non ci si potrebbe comprendere, beati coloro che sono poliglotti. Anche la gente di mare ha una propria lingua fatta di parole e termini che ai più, soprattutto ai neofiti della vela, possono sembrare incomprensibili e buffi; ma in realtà hanno un loro preciso significato. Non fosse altro che nel pieno di una manovra è più immediato dire: << cazza la randa >>, piuttosto << tira tutta quella corda che serve per tirare la vela più grande >>.

Il gergo marinaro è particolare, conoscerlo è indispensabile per chi va per mare, serve per comprendersi a bordo chiaramente; certo è impensabile pretendere la conoscenza della lingua marinaresca a chi viene in barca per vacanza per la prima volta. Però conoscere alcuni termini più comuni usati a bordo può essere una cosa simpatica e certamente utile per i neofiti della vela, così lo skipper quando vi chiederà di mettere i parabordi fuori bordo o di prendere il mezzo marinaio non si sentirà dire: << Cosa...? ah... ho capito...quei bombolotti di gomma ?>>  oppure << Cosa…? ah... ho capito...quella specie di bastone appendiabiti ?>>.

Di seguito abbiamo riportato i termini più usati a bordo di una barca a vela.

(A)

Adugliare: raccogliere una cima su se stessa in modo da formare una matassa a spirale. La cima va colta seguendo il verso di torsione della cima.

<< Le cime hanno un’anima se le cogliete a casaccio o come si fa con un gomitolo di lana s’incattiviscano, si ribellano e vi fanno andare al manicomio...A bordo vi insegneremo come si fa>>.

 

Amantiglio: è un cavo tessile che sostiene il boma quando la randa è ammainata. Per capirci meglio:è una corda che blocca il palo orizzontale che sostiene la vela più grande quando questa non è su.

<< Quindi: attenzione all’amantiglio se questo viene mollato il boma rischia di andarsi a poggiare su qualche capoccia..,e un bernoccolo non ve lo leva nessuno >>.

 

Ammainare: far muovere verso il basso; di solito una vela, una bandiera o un carico sospeso.

 

Andatura: la direzione che la barca tiene rispetto alla direzione del vento.

 

Andatura portante: quando si naviga con il vento che viene da poppa.

 

Angolo morto: una zona in cui l’angolo d’incidenza con il vento è tale da rendere impossibile la navigazione. Le vele sbattono, non si gonfiano perché la prua della barca si trova esattamente dalla direzione di provenienza del vento.

 

Appennellare: manovra che riguarda la preparazione dell’ancora prima di fare un ancoraggio; l’ancora viene sospesa a pochi centimetri dall’acqua.

 

Arare: : l’ancora non ha fatto presa sul fondo e tende a muoversi, a strisciare. << cosa c’entra un termine agricolo con il mare ? C’entra, c’entra l’ancora ara, soprattutto di notte se si è in rada; la barca va alla deriva con il rischio di trovarsi sugli scogli >>.

 

A riva: termine riferito alla quantità di vela esposta al vento oppure quando si espongono bandiere verso l’alto.

 

Avvolgifiocco: o rolla fiocco è uno strumento che serve per avvolgere il genoa o un fiocco attorno allo strallo di prua. Nasce per consentire la gestione delle vele di prua con maggior semplicità. Una volta issate, infatti, non serve più ammainarle ed è sufficiente rilasciare la cima del rollafiocco per aprire la vela; allo stesso modo per richiudere la vela bisogna lascare le scotte e cazzare la cima del rolla fiocco. In questo modo non è più necessario avere diverse vele a bordo da sostituire a seconda delle condizioni del vento, proprio perché la superficie velica da esporre al vento può essere decisa in base alla superficie della vela esposta al vento.

 

(B)

Balumina: è quel lato di una vela di taglio libero da inferitura il bordo di uscita del vento. << Per capirci meglio: l’ipotenusa delle vele dalla forma triangolare quelle più usate sulle moderne barche a vela >>.

 

Banzigo: è una sorta d’imbracatura utilizzata per salire in testa all’albero. << Se non lo avete mai visto: è come un grosso pannolone…>>

 

Baglio: è il punto di massima larghezza di una barca.

 

Barra: asta mediante cui si governa il timone, generalmente utilizzata per governare i timoni di piccole e medie imbarcazioni,le barche più grandi usano una ruota. << La barra se si sfila dalla propria sede ed è in legno massello, può anche essere utilizzata come “...clava...” contro persone male intenzionate e scafisti, che sfiorando le barche a vela creano fastidiose onde che fanno andare in bestia ogni sorta di velista da quelli di Coppa America ai dilettanti della domenica…>>

 

Battagliola: << Non è una specie di battaglia che si fa su di una barca >> ma: il parapetto di sicurezza di un’imbarcazione. Sulle moderne imbarcazioni la battagliola è fatta da sono una serie di aste metalliche poste verticalmente, che dalla coperta dell’imbarcazione sorreggono dei cavi di acciaio dette draglie.

 

Beccheggio: è il movimento oscillante dell'imbarcazione lungo l'asse trasversale.

 

Bitta: colonnina di ferro a forma di fungo posta sulle banchine dei moli, attorno a cui avvolgere le cime d'ormeggio. Le bitte sono presenti anche sulle barche, hanno una forma generalmente a T sono in acciaio inox e sono collocate a: prua, poppa, a centro su imbarcazioni più grandi, in gergo vengono anche chiamate “gallocce”. Le bitte o gallocce si trovano anche alla base dell’albero per avvolgere le drizze della randa, del genoa o fiocco, o qualsiasi altra manovra.

 

Boa: << Il Boa non è un “serpente…” >> ma: un oggetto galleggiante ancorato sul fondo. Serve per segnalare pericoli alla navigazione, limiti di navigazione, particolari rotte da seguire, oppure possono servire per ormeggiarsi. Generalmente hanno una forma tondeggiante, ma possono anche vere diverse forme. Hanno colore verde e rosso (quando segnalano l’ingresso di un porto o una particolare rotta da tenere in canali e specchi d’acqua ristretti) sono gialle quando indicano un’area interdetta alla navigazione, gialle e nere per indicare pericoli alla navigazione e quale rotta tenere per evitare il pericolo (scogli, secche, relitti, ecc). << Altre informazioni le daremo a bordo, sempre a che siate interessati; altrimenti continuate a prendere il sole tranquillamente…>>

 

Bolina: è l’andatura che fa una barca a vela quando cerca di risalire il vento con un’angolo tra i 40 e i 70 gradi. << Praticamente quando vedete da lontano una barca a vela che naviga sbandata significa che va di bolina. Quando state a bordo capirete che si sta navigando di bolina perché si sta in equilibrio precario e vedete le vostre cose sparse ovunque se non le avete ben sistemate >>

 

Boma: trave in alluminio, legno o fibra di carbonio, il boma sostiene la randa ed è fissato ortogonalmente all'albero tramite un perno detto “trozza”. << Attenzione…! Al boma ha il “vizietto…” di fare dei bei bernoccoli sulle teste dei distratti che transitano nel suo raggio d’azione quando si fa una virata o una strambata >>.

 

Bompresso: trave orizzontale che sporge dalla prua con il compito di murare vele di prua come fiocco e gennaker. << Il bompresso nelle moderne barche a vela da diporto non è più presente tranne in qualche barca da regata in cui aggetta dalla prua solo di qualche decina di centimetri oppure è retrattile. Serve esclusivamente per murare il gennaker. Negli antichi velieri invece aveva notevole dimensioni, un vero e proprio albero posto orizzontalmente dove venivano murate tutte le vele di prua. I caicchi e qualche barca da diporto d’epoca possono essere dotate di bompresso >>.

 

Bonaccia: è la mancanza totale di vento in navigazione. << E... non una bella donna con generose curve come qualche maschietto neofita velista potrebbe pensare >>.

 

Borose: cimette utilizzate per ridurre la superficie della randa quando c’è troppo vento. << Ricordare il termine Borose non è difficile: basta che vi ricordiate delle vostre…. “morose” sostituite la M con una B…e il gioco è fatto >>.

 

Bordeggiare: continuo cambiamento di rotta. Si bordeggia quando si risale il vento (si va di bolina), ma anche nelle andature portanti (traverso, lasco, gran lasco) può essere necessario fare dei bordi.

 

Bugliolo: << che cavolo sarà sto bugliolo? Qualcosa indispensabile per far navigare una barca ? NO….! >> E’ un semplice Secchio. << Non si poteva chiamare semplicemente secchio ? Boh...che ne so...forse si, forse no, ma cosa volete farci i marinai sono strani...Però vi assicuro che a bordo è utilissimo: sia per farvi una rinfrescante doccia durante una bonaccia in una lunga navigazione, sia per liberare lo stomaco se a qualcuno gli prende il mal di mare e rimane steso in cabina. >>

 

Bugna: è l'angolo inferiore posteriore di una vela in cui vengono agganciate le scotte (i cavi tessili che consentono di manovrare le vele).

 

Bulbo: << non è quello oculare >> ma: una zavorra a forma di siluro fissato alla deriva (pinna situata sotto lo scafo di una barca a vela al fine di contrastare le sollecitazioni e la spinta sbandante del vento sulle vele.

 

Burrasca: si intende una condizione climatica in cui il vento raggiunga i 34-40 nodi (forza 8 della scala Beaufort) con onde moderatamente alte.

<< Ma è anche quella situazione in cui uno dice: chi me lo ha fatto fare di fare una vacanza in barca a vela, il prossimo anno me ne vado in agriturismo…>>

 

Bussola: << si da per scontato che tutti sappiano cosa sia una bussola e a cosa serve, ma tutti sanno com’è fatta ? >> La bussola è uno strumento essenziale per la navigazione, composto di un ago magnetico che si orienta sempre verso il nord magnetico: il magnete è solidale con una rosa graduata in 360 gradi su cui si può quindi leggere di quanto la prua della barca, indicata da una linea fissa detta linea di fede, si discosta dal nord: il tutto è immerso in un liquido apposito per attutire i contraccolpi, posto all'interno di un contenitore, di solito sferico. Munito di una calotta trasparente ed eventualmente di una piccola luce per effettuare la lettura anche di notte.

 

(C)

Caicco: veliero di origine turca, oggi usata molto nel charter nel Mediterraneo.

 

Cambusa: è la spesa, cibi e bevande che si imbarcano prima di una crociera. << Ogni skipper si augura che sia sempre abbondante e ben fornita, certo so dolori per il povero skipper se a bordo c’è un equipaggio di salutisti e accaniti delle diete >>.

 

Candeliere: << non è un supporto per le candele >> ma: sono una serie di aste metalliche poste verticalmente, che dalla coperta dell’imbarcazione sorreggono dei cavi di acciaio (le draglie) che costituiscono la ringhiera di sicurezza attorno allo scafo. L'insieme di candeliere e draglie si chiama battagliola (vedi Battagliola)

 

Carena: è la parte immersa dello scafo. In gergo viene chiamata anche “Opera Viva”

 

Catamarano: imbarcazione formata da due scafi collegati; è molto diffusa nel charter, offrendo grandi spazi a bordo.

 

Cazzare: << premettiamo che non è una brutta parola >>. Cazzare vuol dire tendere una cima. Per essere un tantino più pignoli è un termine che si usa quando si deve tendere una scotta (quei cavi tessili che regolano le vele). << Se lo skipper vi chiede di cazzare una cima o una scotta non vi offendete, ma a bordo si usa questo termine. Se invece dite: << devo tirare questa corda che regola la vela ?>> Sappiate che in quel caso avete detto una “cazzata” e fate incazzare... lo skipper >>.

 

Chiglia: potremmo definirla come la spina dorsale di un’imbarcazione. Sulle barche in legno è ben visibile, è come una trave che va da prua a poppa dalla quale si diramano le ordinate, (quelle specie di costole che fanno da struttura e permettono il fissaggio del fasciame). Sulle moderni barche costruite in vetro resina la chiglia è un tutt’uno con l’intero scafo, molto meno visibile come sulle barche in legno. << Un tempo la chiglia era il terrore dei marinai, era conosciuta anche come uno strumento di tortura con cui punire eventuali insubordinazioni: il “giro di chiglia” consisteva nell'essere imbragati, gettati a mare e trascinati sott'acqua a schiena nuda a percorrere tutta la chiglia. Oggi è puro folklore, ma nel dubbio comportatevi bene…>>.

 

Charter: insieme delle strutture e servizi riferiti all’affitto delle barche.

 

Cima: termine genericamente riferito alle corde presenti a bordo. Ma è più corretto considerare le cime quelle corde utilizzate all’ormeggio dell’imbarcazione. << E’ perché…!- Perché a bordo è fondamentale non fare confusione così: le corde che servono per ormeggiare la barca si chiamano cime, quelle per regolare le vele si chiamano scotte, quelle per issare le vele o portale in su qualcosa o qualcuno si chiamano drizze, la corda per reggere il boma si chiama amantiglio; capito ...? - Uffà…! ma in fondo sempre corde sono….! >>

 

Coperta: << non è ciò che pensate, non è la coperta del letto, anche se in effetti copre gli spazi abitabili di una barca >> ma: è il ponte superiore di una imbarcazione, presente sulle navi o barche che sono abitabili. Percorre tutta la nave nella sua lunghezza.

 

Corpo morto: << non preoccupatevi non è il corpo di un cadavere >> ma si tratta di: un peso, generalmente un blocco di cemento armato posto sul fondale, da cui parte una robusta cima o una catena, che collegano boe o gavitelli.

 

Crocette: sono dei bracci perpendicolari all’albero, posti a varie altezze (ordini) il cui compito è distanziare e garantire la giusta tensione delle sartie (cavi metallici che servono per reggere trasversalmente l’albero)

 

(D)

Dare volta: -è un termine per legare saldamente una cima ad un sostegno (bitta, anello, draglia) in modo che non si sciolga.

 

Deriva: -è una sorta di pinna fissata alla parte inferiore della chiglia (sotto lo scafo di una barca a vela). Ne esistono di mobili (generalmente sono dotate di derive mobili piccole imbarcazioni) e fisse. Il compito della deriva è quello di contenere lo sbandamento e lo scarroccio (spostamento laterale di un’imbarcazione dovuto al vento e alle correnti), per esempio nell'andatura di bolina. Ma deriva: si definisce in genere anche una piccola barchetta a vela

 

Diporto: termine che definisce la nautica turistica in genere.

 

Dinette: termine di origine francese entrato nell'uso corrente nella nautica da diporto; indica lo spazio sottocoperta occupato dal tavolo e dai divanetti, spesso trasformabile in letto matrimoniale. << Insomma:è il soggiorno di una barca con i divani e il tavolo da pranzo; però a bordo non azzardatevi a chiamarlo soggiorno ...si chiama Dinette, ricordate...Dinette…>>.

 

Draglie: Cavi metallici tesi tra i vari candelieri per impedire cadute accidentali fuori bordo; l’insieme di draglie (normalmente due per lato dello scafo. Posizionate a diversa altezza) e dei candelieri forma la battagliola.

 

Dritta: << chi dovesse sbirciare per caso questo glossario ed è un neofito della nautica, potrebbe pensare che: diritta vuole dire andare diritto solo che c’è un errore grammaticale manca una “i” tra la “d” e la “r” >> ma non è così: dritta in gergo nautico s’intende per destra. Ricordate in barca per dire destra si dice dritta.

 

Drizza: manovra utilizzata per alzare carichi o issare una vela. La drizza prende il nome dalla vela in questione: drizza di randa, drizza del genoa, drizza dello spinnaker, ecc, ecc.

 

(E)

Ecoscandaglio: è uno strumento per calcolare la profondità dell'acqua; un segnale a ultrasuoni converte il tempo di ritardo dell'eco in metri di profondità. L’ecoscandaglio è indispensabile a bordo delle barche a vela visto il loro pescaggio dato dalla deriva. Anticamente si scandagliava il fondo calando giù una corda alla cui estremità c’era una zavorra spalmata di grasso. Grazie al grasso sulla zavorra si poteva capire anche la natura e il tipo di fondale.

 

Equipaggio: gruppo di persone cui sono affidate le manovre di una imbarcazione. Ogni membro dell'equipaggio ha una mansione specifica, concordata assieme al comandante. Nel caso del charter e del Bare boat (barche prese in affitto senza equipaggio professionista), in genere con equipaggio s’intendono tutte le persone imbarcate. << Anche se queste non hanno mai messo piede su di una barca a vela e non vorrebbero svolgere alcuna mansione a bordo…>>

 

(F)

Falchetta: << pensate che sia un cucciolo di falco femmina ? >> Sbagliato:

E’ la congiunzione di scafo e coperta. Sulle antiche navi era di altezza tale da fungere anche . da parapetto. Sulle moderne imbarcazioni da diporto è costituita da profilo in alluminio o legno alla congiunzione di scafo e coperta. Ha un doppio scopo: irrobustisce il bordo della barca e crea un appoggio per i piedi dell’equipaggio in navigazione a barca sbandata. Lungo la falchetta si trovano alcuni fori che si chiamano Ombrinali che servono per far scaricare l’acqua.

 

Filare: termine riferito al rilascio di una cima.

 

Fiocco: vela di prua di forma triangolare inferrita ad un cavo metallico detto strallo  e l’albero.

 

Fondo: termine riferito alla manovra d’ancoraggio: dare fondo all’ancora è più corretto che dire: << butta l’ancora in mare…>>

 

Fortunale: << che “fortunale…” non è un modo di dire marinaresco perché si è avuto fortuna…>> ma: una furiosissima tempesta.

 

Frangente: è un termine riferito alle onde quando la loro cresta frange: ovvero si rompe come una cascata. Le onde che frangono sono molto pericolose e con mare mosso bisogna prestare la massima attenzione soprattutto in prossimità di fondali bassi.

 

Fuori tutto: << non significa mettere fuori, all’aria aperta tutto ciò che è presente a bordo >> ma: è un termine riferito alla lunghezza delle imbarcazioni comprese le loro appendici che possono essere: pulpiti, delfini ere, bompressi, piattaforme poppiere.

 

Frenello: << non è come qualcuno potrebbe pensare un piccolo freno presente a bordo, le barche non sono dotate di freni…>> ma sono: quei cavi (solitamente di acciaio) che trasmettono i comandi dalla ruota alla pala del timone. << Se si spezza uno o più frenelli, il timone non governa e sentirete bestemmiare lo skipper. Per la legge di Murphy , tendono sempre a rompersi proprio nel momento cruciale di una manovra poppiera in un porto affollato e con 20 venti nodi di vento…>>

 

(G)

Gassa d’amante: è il nodo marinaro per eccellenza, è un’asola che non scorre generalmente usato per ormeggiarsi, per legare le scotte alle vele, e in qualsiasi altra circostanza in cui si richiede un nodo sicuro, “fedele”; fatto a regola d’arte non si scioglierà mai senza un intervento umano.

<< Se pensavate che fosse il nodo usato dai marinai per impaccare le proprie amanti fedigrafe sbagliavate, se volete impaccare fidanzate o mogli infedeli il nodo migliore è sempre quello scorsoio >>.

 

Gavone: luogo, scomparto di una barca dove vengono riposti oggetti vari; << simile ad una cassapanca…>>. I gavoni più spaziosi in una barca a vela si trovano in pozzetto, a prua c’è il gavone dell’ancora dove trova posta la catena; sotto coperta di solito sono collacati in dinette sotto le sedute dei divani.

 

Genoa: vela issata tra lo strallo di prua e l’albero, simile al fiocco ma di superficie maggiore; arriva fino in testa all’albero. << Un piccolo accenno storico. Questa tipo di vela fu usato per la prima da velisti inglesi, che si trovavano a Genova in occasione delle Regate Internazionali di Febbraio del 1926 , da quì il nome: Genoa. E’ la vela più odiata dai velisti di fede Sampdoriana…>>

 

Golfare: sono robusti anelli di metallo fissati allo scafo per agganciare paranchi o carrucole.

 

Gps: << Va beh…! chi non sa cos’è un Gps comunque lo dico>>: strumento per la determinazione satellitare del punto nave. << Grazie a questa diavoleria dei giorni nostri, siamo tutti “grandi navigatori” - Col cavolo...che una volta chiunque avrebbe potuto raggiungere anche il più sperduto e minuscolo atollo polinesiano. Comunque una bella carta nautica e i vecchi metodi sono sempre raccomandati, guai a fidarsi solo del navigatore satellitare. Un guasto al Gps e se non avete riportato pure la posizione su una carta nautica rischiereste di non sapere dove vi trovate >>.

 

Gran Lasco: andatura velica in cui il vento proviene quasi da poppa. Angolo  d’incidenza tra direzione di provenienza del vento e la barca tra i 160° e 175°.

 

Grinder: membri dell’equipaggio addetti ai verricelli. << Quei tipi grossi, grossi, muscolosi che avrete visto a bordo delle barche di Coppa America a girare quei verricelli simili a dei macinini da caffè >>.

 

Grappino: << Cosa c’entra un grappino con il mare ? C’entra..., c’entra…>> il grappino è una ancora a forma di ombrello è ingombrante e non utilizzata a bordo delle moderne imbarcazioni, ma è un’ottima ancora su ogni tipo di fondale. Modelli più piccoli e con le marre pieghevoli vengono utilizzati sulle piccole imbarcazioni o su i tender. << Anticamente i pirati usavano piccole ancore a forma di grappino per arrembare le navi; glieli gettavano oltre la murata,

usavano la cima come una liana e poi si lanciavano alla tarzan. E giù botte da orbi >>

 

Guantare: bloccare la discesa dell’ancora o della catena sul fondale.

 

(H)

<< I termini con la H ve li risparmio…>>.

 

(I)

Incattivare: << brusco cambiamento di umore collettivo dell’equipaggio, da mansueto a cattivo. Sbagliato…! >>- Incattivare è un termine riferito alle cime quando sono imbrogliate su se stesse. << Ribadisco: le cime vanno coccolate, curate, accudite perché hanno un’anima. Se le trascurate, le cogliete a casaccio o come si fa con un gomitolo di lana s’incazzano di brutto; si avvinghiano, si avviluppano su se stesse con altri cavi o su altri oggetti, e per sbrogliarle so dolori…! >>

 

Inferire: fissare le vele. La randa (la vela più grande) si fissa all’albero (si inferisce) lungo una canaletta presente sull’albero (alcune imbarcazioni hanno la randa avvolgibile all’interno dell’albero o del boma). Il fiocco o il genoa se sono avvolgibili si inferiscono allo strallo di prua tramite un tubo in alluminio dotato di un apposita canalina, se invece il fiocco o il genoa non sono avvolgibile si inferiscono allo strallo tramite dei garrocci in tal caso si dice: ingarrocciare.

 

Issare: è un termine riferito nell’innalzare tramite apposite cime (drizze) una vela, una bandiera o un carico. << Alcune volte si issa anche qualche essere umano da mandare sull’albero per risolvere qualche problemino alle: sartie, pulegge, fanali, antenna del vhf, ecc. ecc.>>

 

(L)

Landa: è una piastra di acciaio fissata alle paratie dello scafo sulle quali vengono collegate le sartie, lo strallo, il paterazzo (cavi d’acciaio che hanno la funzione di reggere l’albero sia in senso longitudinale sia in senso trasversale). Il collegamento landa/sartia avviene tramite degli arridatoi.

 

Lascare: rilasciare una scotta.

 

Levante: vento che viene esattamente da Est.

 

Libeccio: vento con direzione Sud-Ovest. Si chiama in questo modo perché viene dalla Libia. Il libeccio è un vento che rende il mare mosso ed espone le coste occidentali dell’Italia a violente mareggiate; inoltre porta pertubazioni e pioggia.

 

Losca: << non vuole dire donna dalla dubbia onestà e correttezza morale ma è >>: un foro praticato a poppa in cui passa l’asse della pala del timone.

 

(M)

Manovre correnti: tutti i sistemi di cime che regolano le vele.

 

Maniche al vento: << se a bordo sentite dire: occhio alle maniche a vento, non significa esporre al vento le maniche dei vostri abiti ma >>: sono delle prese d’aria per arieggiare gli ambienti sottocoperta. Sulle navi e imbarcazioni d’epoca queste maniche a vento hanno la caratteristica forma a “pipa”; oggi purtroppo, sulle imbarcazioni moderne hanno forme meno caratteristiche.

 

Maestrale: vento che soffia da Nord-Ovest. Si chiama in questo modo perché i romani consideravano la rosa dei venti collocata al centro del Mediterraneo in prossimità dell’isola di Malta. Navigando nel sud del Mediterraneo la direzione Nord Occidentale coincideva con il porto di origine dei romani ovvero: Roma, Magistra Mundi, da qui il termine Maestrale.

 

May Day: è la richiesta di soccorso inoltrata via radio, normalmente sul canale 16 vhf.

 

Meolo: << non è l’ottavo nanetto ma è >>: una sottile cordicina che corre dentro la balumina. Tesandolo o lascandolo si può correggere la concavità della vela per evitarne il fileggiare.

 

Mezzo marinaio: << non è un marinaio a mezzo servizio ma è >>: un’asta dotata ad un’estremità di un puntale e un gancio a forma di uncino, la cui funzione è di recuperare le cime durante una manovra di ormeggio.

<< Da qualche hanno è passato di grado, l’ho nominato: “Ammiraglio...” >>

 

Musone: << non è un membro dell’equipaggio triste ma è >>: la struttura collocata all’estrema prua composta: dall’attacco per lo strallo e il passa catena per l’ancora.

 

Miglio: è l’unità di misura delle distanze marine (1 miglio marino = 1.852 metri)

 

Monoscafo: barca formata da un solo scafo.

 

Murata: la superficie della barca al di sopra della linea di galleggiamento (la parte emersa di una imbarcazione che va da prua a poppa).

 

(N)

Nave: per il Codice Internazionale di Navigazione un naviglio superiore ai 24 metri di lunghezza viene considerato Nave. Si considera Natante ogni barca fino ai 10 metri di lunghezza, barche dai 10 ai 24 metri di lunghezza vengono classificate come Imbarcazioni.

 

Nodo: il nodo nella terminologia marinara ha due significati: intreccio di una o più corde con la funzione di legare, oppure s’intende l'unità di misura in termini di velocità di navigazione. Un nodo corrisponde ad un miglio marino (1852 metri) all'ora.

 

(O)

Oblò: apertura delle navi e imbarcazioni di forma circolare.

 

Osteriggio: apertura delle navi e imbarcazioni di forma quadrangolare.

 

Ombrinale: aperture che consentono lo svuotamento in caso di acqua imbarcata. Gli ombrinali sono presenti in coperta per permettere lo scarico all’acqua direttamente in mare, in pozzetto, nei gavoni di poppa e di prua.

 

Orzare: << qualcuno potrebbe pensare che sia un termine più terricolo che marinaresco, qualche particolare procedura nella raccolta dell’orzo, ma invece è il termine velico per eccellenza che significa >>: orientare la prua verso la direzione del vento, stringere maggiormente il vento.

 

(P)

Parabordi: oggetti di gomma per attutire i contatti tra barche ormeggiate. << Chi non avesse in mente cosa sono e come sono fatti i parabordi, immagini delle “mortadelle” o “provoloni” di gomma che vengono messi lungo le fiancate delle imbarcazioni quando sono ormeggiate in un porto. I parabordi sono anche indice di etichetta navale. Per i Professori “dell’Accademici della Crusca navale”, una barca che in navigazione non mostra i parabordi appesi, è una barca con a bordo un equipaggio “serio”, professionale; mentre una barca che naviga con i parabordi appesi viene considerata dai “puristi” della nautica: barca con a bordo persone indegne di solcare i mari...Bah…! - Per quanto mi riguarda potete anche lasciare i parabordi in navigazione appesi alle murate della barca e chiamarli “bombolotti”…>>

 

Paranco: sistema di carrucole.

 

Paterazzo: cavo metallico che sostiene l’albero da poppa. Il paterazzo può anche essere regolabile, per consentire un incurvamento dell’albero e in modo da dare alla randa (la vela più grande) un profilo più performante.

 

Pescaggio: è la distanza tra la linea di galleggiamento e il punto più basso della chiglia. << Conoscere il pescaggio della propria imbarcazione a vela è di fondamentale importanza; il pescaggio condiziona molte decisione da prendere: gli ormeggi in porto, la zona di navigazione. Il pescaggio è un incubo per i velisti, mentre i motoscafisti lo sottovalutano (dato il poco pescaggio di una barca a motore), e per questo spesso vanno a scogli…>>

 

Piede: misura inglese un 1 piede corrisponde circa a 33cm. Generalmente viene usato per determinare la lunghezza delle imbarcazioni.

 

Poppa: << questo termine immagino che sia noto a tutti, comunque la poppa è >> : l’estremità posteriore dello scafo.

 

Presa a mare: è una valvola che consente lo scarico o l’aspirazione di acqua per i servizi di bordo. << Le prese a mare sono componenti delicate per un’imbarcazione e vanno controllate e revisionate periodicamente, una rottura di una presa a mare non è certo una cosa piacevole...Le prese a mare si tamponano momentaneamente durante una navigazione inserendo dei coni di legno. Se dovessero mancare tali coni - beh…! so cavoli amari. Non resta che incollare con il silicone il palmo della mano di qualche membro dell’equipaggio>> L

 

Prua: << anche questo termine immagino che sia noto a tutti >>:

è l’estremità anteriore dello scafo.

 

Pulpito: sono dei sostegni in acciaio presenti sia a poppa che a prua (una sorta di piccole ringhiere). Servono per reggere le draglie (cavi metallici con la funzione di parapetto). << Sul pulpito non troverete il prete a farvi la predica; di solito quello di prua è il posto più ambito dalle bellezze femminili presenti a bordo per rievocare la scena più romantica del film “Titanic”; il guaio e che il più delle volte manca il Di Caprio di circostanza. >>.

 

(Q)

Quadranti: Sono i quattro settori in cui è idealmente divisa la rosa della bussola: da 0 a 90 gradi primo, 90-180 secondo, 180- 270 terzo e 270-360 gradi quarto quadrante: ad esempio si usa dire "venti del primo quadrante" se essi stanno sopraggiungendo da una direzione compresa tra nord ed est.

 

Quadrato: << figura geometrica con quattro lati uguali. Questo è in geometria ma per i marinai (soprattutto quelli imbarcati sugli antichi velieri di un tempo)il quadrato s’intende >>: lo spazio sottocoperta di solito usato dagli ufficiali, dove si pranzava o ci si riuniva. << Insomma: il soggiorno di una nave…>>

 

(R)

Rada: Una zona di mare protetta da terra. << Nell’immaginario collettivo dei racconti di chi ha fatto una vacanza in barca a vela la rada è: fare il bagno appena svegliati prima di fare la colazione…>>

 

Randa: è la vela di forma triangolare issata all'albero, sostenuta ad esso mediante inferitura o canestrelli inferiti nell'apposita canaletta, mentre la base è inferita al boma. << Di solito le barche utilizzate nel charter hanno solo due vele: la randa (la vela maggiore) e un genoa o un fiocco (la vela di prua).>>

 

Raffica: innalzamento violento ed improvviso, ma di durata limitata, della velocità del vento.

 

Refolo: raffica di piccola intensità alternata a vento debole o calma; tipico nelle giornate di tempo buono.

 

Remo: asta sagomata di legno o altro materiale resistente che, appoggiata allo scalmo, viene utilizzata per muovere un natante per mezzo della forza umana.

 

Remora: area sopravvento alla barca dove si crea una diminuzione del moto ondoso per effetto dello scarroccio.

 

Ridosso: ostacolo al vento e al mare che ne riduce l'intensità; un buon ridosso è quindi un luogo ben protetto e ridossarsi equivale a porsi al riparo.

 

Rinviare: deviare il percorso di una cima.

 

Rifiutare: << Beh…! sappiamo tutti il significato della parola rifiutare sulla terra, ma per un velista rifiutare ha anche un altro significato >>: significa la rotazione del vento così da costringere ad una bolina più stretta e al cambiamento della rotta. con allungamento del percorso: si dice anche che il vento "dà scarso".

 

Risacca: movimento scomposto impresso alla superficie del mare dalle onde riflesse ; quando in un porto si crea forte risacca (a parte la difficile vita a bordo) occorre fare molta attenzione che le imbarcazioni all'ormeggio non abbiano danni a causa di urti tra loro o contro la banchina.

 

Rispetto: << il rispetto reciproco tra le persone è fondamentale per vivere bene in una comunità, ma per la terminologia nautica s’intende >>: attrezzatura di ricambio che non deve mai mancare a bordo, per sostituire quella usurata o guasta.

 

Risalire: nel mondo della vela, risalire s’intende navigare verso un punto situato più sopravvento (o contro corrente).

 

Rollio: è il movimento ritmico di oscillazione trasversale della barca lungo il suo asse longitudinale (la barca oscilla continuamente a destra e a sinistra); è una delle cause del mal di mare. << Quando la barca rolla (soprattutto quando si è ancorati in un rada), alcuni rimpiangono di non stare sulla terra ferma e si chiedono:  perché sono su di una barca ?, chi me lo ha fatto fare ?  E’ molto probabile che lo skipper si senta dire da qualcuno a bordo:  ma si muove…! non si può farla fermare ?

 

Rosa dei venti: << non è il nome di una particolare rosa cresciuta in mare in balia dei venti ma è >>: una stella a 16 punte indicante i punti cardinali e i nomi che assumono i venti a seconda delle corrispondenti direzioni di arrivo. La rosa dei venti è riportata su alcune carte nautiche (principalmente quelle antiche) e su alcuni tipi di bussole d’epoca.

 

Rotta: è la direzione lungo cui si muove una nave per raggiungere un punto desiderato. Si identifica una rotta considerando il suo angolo di rotta che viene espresso in gradi riferito al nord geografico (rotta vera) al nord magnetico terrestre (rotta magnetica) o la nord bussola (rotta bussola).

<< Chi vuole sapere come si traccia una rotta, le differenze che ci sono tra: rotta vera, rotta magnetica e rotta bussola non gli resta che fare una vacanza didattica o incominciare a studiare per la patente nautica….>>

 

Rotaia: << non è quella del treno ma consiste in una >>:  guida metallica su cui viene fatto scorrere un carrello munito di bozzello; serve per semplificare e velocizzare alcune manovre come, ad esempio, lo spostamento del punto di scotta del fiocco.

 

Ruota: è l’organo che serve per governare il timone. << Per farla più semplice: è il volante della barca. Ma non chiamatelo volante a bordo, mi raccomando anche in mare ci vuole un minimo di “bon-ton”. >>

 

(S)

Sagola: cima robusta dal piccolo diametro.

 

Salpa ancora: particolare tipo di verricello per facilitare le manovre di ancoraggio (salpare, spedare. Gettare l'ancora, ecc.).

 

Salpare: recuperare l'ancora o termine usato quando si lascia un ormeggio in genere sia da un porto sia da un gavitello.

 

Sartia: cavo di acciaio che serve per sostenere e impedire flessioni laterali dell'albero; il loro numero varia a seconda del numero di crocette, queste ultime utilizzate per accrescere l'angolo sartia albero, diminuendo così lo forzo di compressione.

 

Savoia: << Avanti Savoia…!!! - Non è il grido di battaglia dell’esercito italiano quando c’era il re, ma è >>: un nodo di arresto; viene usato per impedire che l'estremità di una cima sfugga da un foro. << E’ un nodo dalla forma simpatica, è come un’otto; ma il suo nome suscita ira tra gli skipper filo-Borbonici e Repubblicani >>.

 

Sassola: recipiente in plastica a forma di paletta usata per togliere l’acqua da bordo. << Per i Prof. dell’ Accademia della Crusca Navale togliere l’acqua da bordo si dice: sgottare >>.

 

Scadere: è un termine usato dai velisti quando si è spinti sottovento per effetto del vento o della corrente. << Cadere invece ha lo stesso significato sia a terra sia su una barca…>>

 

Scala Beufort: << non è la scala personalizzata del Signore Beaufort ma è >>: scala internazionale che descrive lo stato del vento; è suddivisa in 12 gradi ai quali corrispondono altrettante forze del vento (ad esempio vento forza 7 significa vento con intensità media da 28 a 33 nodi, ovvero 50-61 km/h).

 

Scala Douglas: << non è la scala personalizzata del Sign.r Douglas ma è >>: scala che descrive lo stato del mare; è sudlivisa da 1 a 9 gradi a cui corrispomlono altrettanti termini descrittivi, convenzionalmente utilizzati al posto dei numeri per non creare confusione con i gradi della scala beaufort (ad esempio anzichè mare forza 7, che potrebbe confondersi con lo stato forza 7 del vento, si deve dire "mare grosso").

 

Scarroccio: è l’alterazione della rotta dovuto all’azione del vento; è maggiormente evidente nelle andature di bolina.

 

Scapolare: oltrepassare un capo, un riferimento o un ostacolo, navigando lungo una rotta di sicurezza.

 

Scalmo: oggetto presente sulle barche a remi. Consiste in una specie di piolo o  di forcella in cui si appoggia o s’innesta il remo, così che esso rappresenta il fulcro della leva. << Lo scalpo a bordo non ve lo fa nessuno, per cui tranquilli…>>

 

Scia: traccia spumeggiante che viene lasciata sull'acqua da un'imbarcazione in movimento.

 

Scirocco: vento proveniente da sud est; è assai umido e solleva notevole moto ondoso per il suo perdurare; può precedere di 12-24 ore il passaggio di una perturbazione.

 

Scotta: cima tessile che serve per regolare le vele. << Non si potevano chiamare semplicemente le cime che regolano le vele ? - No…! I marinai di un tempo,  chiamarono scotte tutte il cordame presente a bordo atto alla regolazione delle vele, perché quando queste cime gli sfuggivano dalle mani, procuravano delle abrasioni simili a delle scottature; per questo motivo si chiamano scotte. Perciò a bordo se siete alla regolazione delle vele, fate attenzione a non farvi sfuggire le scotte perché vi potreste scottare…>>

 

Scuffiare: << togliersi le cuffie..? Uhm…! troppo semplice, scuffiare è un termine >>: che si usa per indicare uno sbandamento violento al termine del quale la barca ha l'albero in acqua; tipico delle derive senza bulbo zavorrato.

 

Sentina: parte interna dello scafo al di sotto dei paglioli (il pavimento di una barca). << La sentina è anche il posto più sporco di un’imbarcazione, ci va a finire di tutto, per intenderci la si potrebbe paragonare alla fogna di un’abitazione. Se un barca ha la sentina pulita, siatene certi che il suo comandante è una persona premurosa e scrupolosa con la sua imbarcazione. >>

 

Segnavento: oggetto atto a indicare la direzione di arrivo del vento normalmente è formato da una freccia o una banderuola ruotanti su un perno fissato sulla testa d'albero; può essere anche un sottile filo di lana posizionato soprattutto nelle vicinanze della inferitura e lungo la balumina: il suo distendersi al vento o il muoversi scomposto segnala la presenza o meno di moti turbolenti che diminuiscono drasticamente la efficienza della vela.

 

Sgottare: togliere l'acqua dalla barca. << Tutto qui…? Beh…! se si sgotta l’acqua significa anche che c’è acqua a bordo, e avere acqua a bordo non è proprio una cosa che fa piacere, perciò...più se ne sgotta meglio è per tutti….! >>

 

Skipper: comandante di una imbarcazione da diporto. << Per legge, a bordo deve esserci sempre una persona che si assume la responsabilità e il comando di un’imbarcazione; per cui: se ritenete che chiamare comandante un tipo che conduce una barchetta a vela, sia una esagerazione, chiamatelo almeno capo barca, è sempre meglio di niente. >>

 

Sloop: è una barca a vela con un solo albero capace di portare la randa e il fiocco.

 

Solcometro: << non è l’arnese che serve per fare dei solchi nell’acqua, qualora ne fosse possibile, ma è >>: uno strumento che serve per contare le miglia percorse.

 

Spedare: è il termine usato per che l’ancora non è più a contatto o non con il fondo.

 

Spinnaker: << immagino che sappiate cosa sia…, comunque nell’eventualità qualcuno non lo sapesse lo spinnaker è >>: una vela di prua utilizzata con le andature portanti o con il vento in poppa. E’ una vela molto concava, simmetrica, simile a un spicchio di sfera. Generalmente hanno colori sgargianti e multi colorate; sono le vele che più affascinano quando le si vedono issate sulle barche a vela.

 

Spring: sono delle cime per l'ormeggio che vengono incrociate dalla prua in barca verso poppa in banchina e viceversa; impediscono il movimento longitudinale della imbarcazione.

 

Stecche: aste, quasi sempre piatta e lungnhe, in legno o resina sintetica che vengono inserite in una apposita tasca cucita sulla vela per rendere maggiormente rigido il tessuto e impedirne il fileggiamento.

 

Stopper: sistema di bloccaggio di una cima. << Pensavate che fosse il ruolo di un marinaio a difesa della porta di accesso della barca ? >>

 

Strallo: cavo metallico che fissa l’albero a prua e luogo d’inferitura del genoa o fiocco (le vele di prua).

 

Strambare: cambiare bordo (direzione), prendere il vento sulle nuove mura facendo passare la poppa nella direzione del vento. << Quando si stramba occhio alle teste, perche se il boma non viene debitamente controllato passa velocemente da una parte all’altra dell’imbarcazione, con il rischio di lasciare qualche bel bernoccolo sulle teste dei distratti... >>

 

Strozzascotte: sistema di bloccaggio delle scotte; il tipo più semplice è formato da una gola ricavata in un blocchetto di materiale plastico, entro cui la cima si , autoblocca, autostrozza. << Se qualcuno pensava che fosse un membro cattivo dell’equipaggio che strozzava le scotte sarà rimasto deluso; è solo un dispositivo meccanico simile ai freni di una bicicletta >>.

 

(T)

Tailer: colui che è addetto alle regolazioni delle vele.

 

Tambucio: apertura e relativa porta o scorrevole per scendere sottocoperta.

 

Tangone: << un tango più lungo del solito ? No…! è una >>: robusta asta utilizzata per posizionare il punto di mura dello spinnaker.

 

Tavolo da carteggio: tavolo utilizzato per le operazioni di carteggio.

 

Tek: albero della famiglia delle verbenacee da cui si ricava un legno leggero e molto resistente, utilizzato a listelli nella realizzazione del piano di coperta o degli interni.

 

Tender: battellino di servizio o piccolo gommone utilizzato per scendere a terra quando non è possibile attraccare o avvicinarsi sufficientemente a riva.

 

Terzarolare: ridurre la superficie velica; operazione che si esegue quando il vento è piuttosto sostenuto.

 

Tesa base: una cima che serve per regolare la base della randa.

 

Tesare: è il termine usato per tendere le cime. Mentre si dice cazzare quando stiamo manovrando le scotte (le cime che servono per regolare le vele)

 

Tientibene: sono dei corrimano che servono per reggersi a bordo; si trovano sia all’esterno che all’interno di una barca. Sulle barche a vele sono posti sopra alla tuga (la parte sopraelevata a coperture degli interni). << Per capirci: sono come gli appigli che troviamo su gli autobus e metrò. Non era più corretto chiamarli: tieniti bene ? Boh…! Forse si fa prima a dire: tientibene che tieniti bene >>.

 

Timone: << Beh…! Chi non sa cos’è il timone e a cosa serve; comunque visto che siamo in argomento diciamo cos’è >>: è l’ organo di manovra della barca, formato da una pala immersa in grado di ruotare attorno ad un asse e governata mediante una barra o una ruota del timone posta in pozzetto.

 

Tonneggiare: << non è il termine usato dai velisti quando sono in navigazione e calano fuoribordo una lenza a traino nella speranza (spesso vana) di prendere qualche tonnetto “suicida”ma vuol dire >>: spostare un’imbarcazione utilizzando cavi collegati a riva o a una boa.

 

Tormentina: << se pensate che sia una piccola tormenta di neve durante una navigazione vi sbagliare la tormentina è una >>: piccola vela triangolare di prua (fiocco), di tessuto robusto tale da potere essere tenuta issata anche in condizioni di vento forte o burrasca.

 

Tramontana: è il vento che soffia da Nord, piuttosto freddo. Il termine tramontana deriva da: Ultramontes, vento proveniente dai monti.

 

Trapezio: attrezzatura che permette ad un membro dell'equipaggio di sporgersi fuori bordo per aumentare il raddrizzamento della barca: formato sostanzialmente da cinghie o corpetto con sottocoscia sostenuto ad un cavetto di acciaio fissato circa a metà dell'albero; è la "divisa" tipica del derivista. << Non preoccupatevi, chi viene in vacanza su di una barca che fa charter, non è necessario mettere persone fuoribordo per fare raddrizzare la barca; le imbarcazioni non sbandano come le derive. >>

 

Trasto: è una rotaia posta trasversalmente; situata di solito o in pozzetto o sulla tuga dove scorre il carrello delle randa.

 

Traversino: è un cavo, una cima d'ormeggio, che viene fissato il più possibile perpendicolare alla banchina per impedire il movimento trasversale della prua o della poppa negli attracchi con la fiancata al molo.

 

Traverso: è una particolare andatura in cui il vento arriva trasversalmente alla barca, giusto novanta gradi.

 

Trefoli: i trefoli sono i vari fili che compongono un cavo tessile o metallico.

 

Trinchetta: è una particolare vela di prua che si posiziona tra l’albero e il genoa o il fiocco.

 

Trozza: è l’attacco tra il boma e l’albero; formato da un sistema a snodo cardanico affinchè il boma possa muoversi in qualsiasi direzione.

 

Tuga: è la parte rialzata rispetto al piano di coperta per aumentare l'altezza in cabina. << Insomma: corrisponde al tetto della parte centrale di un’imbarcazione. Il Tuca, Tuca, se vi và potete ballarlo a bordo... >>

 

(U)

Unghia: << ???  Non è ciò che pensate, ciò che tutti abbiamo e che ci rosicchiamo in momenti di ansia e nervosismo ma è >>: l’estremità dell'ancora che per prima affonda nel terreno.

 

Uragano: corrisponde alla forza 12 della scala Beaufort e indica venti con velocità superiore a 64 nodi, cioè oltre i 118 km/h.

 

Utc: questa sigla indica il tempo di riferimento universale: universal time coordinated, tempo coordinato universale, conosciuto anche come tempo civile. Esso è derivato (e coincide a meno di approssimazioni infinitesimali) al tempo medio di Greenwich (una località in prossimità di Londra in inglese GMT Greenwich Mean Time). << A bordo per le trasmissioni radio, i calcoli di navigazione, il diario di bordo si usa l’ora Utc; mentre per la vita a bordo e in porto si usa l’ora locale o legale dove in vigore. >>

 

(V)

Vang: << non ci siamo dimenticati della “A”, non preoccupatevi a bordo non c’è nessuna vanga e non ci sono orti, da coltivare il vang >>: serve per cazzare il boma verso il basso, ovvero impedirgli di alzarsi, specie quando la scotta è molto lasca come nelle andature portanti. Il vang può essere di due tipi: il più semplice è un sistema a paranco con delle scotte, oppure nei tipi moderni è idraulico (questi ultimi detti vang rigidi).

 

Varea: parte terminale del boma o del tangone.

 

Vela: << com’è fatta una vela ? Limitiamoci a dire come sono fatte le vele più comuni e meno performanti, quelle ad uso crocieristico tipo quelle che si utilizzano a bordo delle barche a vela che fanno charter >>: sono formate da una serie di ferzi o pannelli di tessuto opportunamente sagomati per dare la giusta curvatura; i materiali più usati sono: il dacron e il nylon. Vele ad alte perfomance, per regate, sono fatte anche in Kevlar, carbonio, e in altri materiali, con processi di realizzazione altamente tecnologici.

 

Vento: << tutti sanno in realtà cos’è il vento ? Il vento è >>: aria in movimento; può essere generato per variazioni di pressione tra zone differenti anche a grande distanza (vento sinottico); quando si manifesta per gradienti termici prende il nome di brezza. Quando si naviga a vela interagiscono tre venti: col termine vento reale si indica il vento che scorre liberamente, non alterato dalla presenza dell'imbarcazione; il vento apparente è invece la risultante tra il vento reale ed il vento di avanzamento; quest'ultimo è quanto viene avvertito, in completa assenza di vento reale, da ogni corpo in movimento per effetto della sua velocità. Il vento catabatico è un forte vento di discesa che si avverte in particolare modo di notte ed è dovuto al maggiore raffreddamento verificatosi in quota sulla cima dei monti; sommato all'effetto della brezza di terra richiamata dal mare genera spesso forti raffiche.

 

Vento in poppa: andatura velica in cui il vento arriva da poppa. << E’ luogo comune, di buon auspicio, augurare: Vento in poppa…! A chi naviga a vela. In realtà navigare con il vento proprio in poppa, in una calda e soleggiata giornata di agosto, non è proprio piacevolissimo. Avrete la sensazione che il vento non ci sia, e percepirete meno quella piacevole sensazione di frescura che vi da il vento in altre andature es: bolina, traverso, lasco, gran lasco. >>

 

Venturi: Giovan battista, fisico (1746-1822), scoprì che il restringimento della sezione di un tubo in cui stia scorrendo un fluido provoca un aumento della velocità di scorrimento e una diminuzione di pressione esercitata dal fluido sulle pareti, l'effetto Venturi avviene anche con il vento; i velisti sanno bene cos’è, soprattutto quando si trovano a passare in tratti di mare ristretti dove le coste sono ravvicinate; un esempio tipico sono le Bocche di Bonifacio qui: il vento aumenta d’intensità proprio a causa della vicinanza delle coste della Sardegna e della Corsica. L’effetto Venturi viene sruttato anche dalle vele: la fessura tra randa e genoa crea un’aumento della velocità del flusso d’aria e quindi di trazione della randa nella sua zona di sottovento.

 

Verricello: particolare tipo di argano a forma di campana che serve per moltiplicare la forza e rendere più agevole la tesatura di scotte e drizze; il verricello ruota sempre in senso orario mediante una manovella. Spesso viene usato il suo termine inglese winch. Alcuni verricelli (soprattutto quelli sulle barche moderne) hanno sulla parte superiore (la campana) un sistema per catturare e strozzare automaticamente la scotta durante il riavvolgimento, detto anche self-tailing. << Per avere un’idea come sono fatti questi verricelli, winch, immaginatevi un vecchio macinino da caffè, quelli che una volta si usavano anticamente per macinare i chicchi. Se volete allenarvi: chiedete alle vostre nonne se hanno ancora un vecchio macinino da caffè e divertitevi…! - Così vi allenate ad usare i winch e macinerate i chicchi di caffè alla nonna…>>

 

Vhf: è la radio di bordo delle imbarcazioni per le comunicazioni barca-barca o terra-barca. La sigla indica genericamente la frequenza radio compresa tra 30 e 300 megahertz (very high frequency: altissima frequenza).

 

Virare: per il velista virare, s’intende cambiare di bordo in un’andatura, ovvero cambiare le mure facendo passare la prua della barca nel vento. Per le imbarcazioni a motore è il repentino cambiamento di direzione. << Insomma per capirci: la virata, la “sterzata” come mi è capitato di ascoltare da alcuni neofiti motoscafisti…>>

 

Vortici di Von Karman: sono le turbolenze indotte dal vento che si formano a valle di corpi di forma cilindrica; essi danno luogo alla particolare sonorità delle sartie con forte vento; prendono il nome da Theodor Von Karman che ne sviluppò la trattazione teorica. << Sono quei “bei ululati” che si sentono quando il vento soffia forte...Uhhhh….Fiùùù…! >>

 

(W)

Waypoint: termine inglese per definire il punto verso cui un'imbarcazione fa rotta.

 

Winch: termine inglese per chiamare il verricello (Vedi Verricello).

 

Whiskey: termine per indicare la lettera “W” nell’alfabeto fonetico internazionale icao. << A bordo le bottiglie di whiskey sono sempre: molto, ma molto, gradite e non devono mai mancare…>>

 

(X)

<< Vi risparmio la terminologia con la “X” >>

 

(Y)

Yacht: termine inglese entrato nell'uso comune per indicare genericamente una imbarcazione da diporto, sia a vela che a motore.

 

Yachting: termine che indica il mondo della vela nel suo insieme, sia diporto che regate.

 

Yankee: << Non è un <americano a bordo ma >>: è un fiocco stretto e allungato, con la bugna particolarmente alta. che si alza sullo strallo di prua.

 

Yawl: imbarcazione a due alberi, con quello di mezzana (ovvero quello più a poppa) posto più a poppavia dell'asse del timone.

 

(Z)

Zattera di salvataggio: è il mezzo collettivo di salvataggio; normalmente si tratta di un battello pneumatico e autogonfiabile, contenente particolari dotazioni per permettere la sopravvivenza in caso di naufragio. << Ci si augura di non salirci mai a bordo…>>

 

Zavorra: è il peso posto in sentina che garantisce la stabilità della barca. Nelle moderne barche a vela, la zavorra è costituita da un bulbo appeso sotto la chiglia.

 

Zenith: è un punto ideale posto lungo la verticale passante per l'osservatore, in direzione del cielo; il suo opposto è il Nadir. << Zenith e Nadir sono acerrimi rivali, si guardano in cagnesco e si menano appena hanno l’occasione. Questo per colpa di Cassiopea. Ma chi è Cassiopea ? Vai su: Wikipedia. >>

 

Zulu: << non ci riferiamo alla famosa tribù africana, ma nella nautica s’intende >>: la lettera “Z” nell’alfabeto fonetico internazionale icao; ma ci si riferisce anche all’ora corrispondente al meridiano di Greenwich (GMT Greenwich Mean Time).

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Ci scusiamo con i “Prof... dell’Accademia della Crusca Navale” e  tutti i velisti “seri” di aver “profanato” alcuni termini nautici spiegandoli in modo: banale, semplicistico, poco approfondito, e “ironico”. Ma lo si è fatto nella speranza di rendere più “digeribili”  termini nautici  non sempre di facile comprensione ai velisti neofiti e alle persone che vengono per la prima volta in barca.